Inserito nell'ambito della sezione del Club Alpino italiano di Senigallia (AN) Interessi: speleologia, glaciospeleologia, torrentismo, sci alpinismo, arrampicata, speleologia urbana e mineraria.

mercoledì 15 dicembre 2010

Ultime dal 2010

Anche quest'anno sta per finire, ma con un ultimo colpo di coda il 2010 ci ha portato 2 grandi novità.
Innanzitutto l'arrivo della piccola Arianna, che insieme ad Anita e agli altri prossimi "pupi" rappresenta il nostro futuro!
Si è poi insediato il nuovo Direttivo del GSS, ecco la squadra:
  • Responsabile - Francesco Mancini
  • Segretario - Emanuele Pianelli
  • Tesoriere - Valentina Badaloni
  • Consiglieri - Michela Mancini e Cristian Paolini
Tra i primi impegni programmati per il 2011 c'è il Corso di Introduzione alla Speleologia, fissato per il periodo Marzo - Aprile.

Buon lavoro al nuovo Direttivo!

mercoledì 30 giugno 2010

Ritorna alla luce una testimonianza dell'Acquedotto di S. Gaudenzio

Un tratto dell’antico acquedotto detto di San Gaudenzio o del Duca, realizzato alla fine del 1500, è venuto alla luce durante i recenti lavori di sbancamento per la realizzazione degli svincoli per il nuovo casello autostradale.
Si tratta di un piccolo locale interrato, con volta a botte e interamente intonacato con calce idraulica, lungo 2 metri e largo 95 centimetri, per un’altezza di circa 180 centimetri, entro cui il condotto a monte si immette in una piccola vasca di decantazione, da cui l’acqua prosegue verso il condotto a valle posto sul fondo opposto.
L’accesso giaceva a circa 1 metro dal piano di campagna, protetto da un chiusino di 60x60 cm che si è sfondato sotto l’azione della pala meccanica.
Il condotto a valle non è più in grado di smaltire l’acqua in arrivo, sicuramente interrotto durante i lavori per la realizzazione dell’autostrada negli anni ’60.
Di quest’opera così antica il Gruppo Speleologico del C.A.I. Senigallia si era già occupato nel biennio 1998-1999, con la ricerca archivistica e, soprattutto, con il rilievo topografico e morfologico dei tratti ancora percorribili nella zona della sorgente, nei pressi della cava di San Gaudenzio, e nel centro cittadino. I risultati erano stati presentati nel 1999 a Camerano, in un convegno nazionale sulle cavità artificiali in area mesoadriatica (gli atti sono depositati presso la biblioteca Antonelliana di Senigallia).
Il rinvenimento di questo manufatto, che possiamo facilmente identificare come uno dei punti di accesso che a distanze regolari permettevano il controllo e la manutenzione periodica dell’antico acquedotto, permette di confermare l’ipotesi che il tracciato seguisse la linea di minor pendenza lungo le falde delle colline tra San Gaudenzio e le porte della città, probabilmente ricalcando il percorso dell’ancora più antico acquedotto romano che originava dalla stessa sorgente.
Trova così conferma anche la testimonianza di un anziano del posto che narrava del rinvenimento, negli anni ’60, di una grande vasca sotterranea nei pressi dell’attuale sede dell’autostrada, alcune decine di metri a valle del manufatto tornato alla luce in questi giorni. Con molta probabilità, quindi, questo era l’ultimo punto di accesso prima del serbatoio che fu ordinato di costruire nel 1884, come risulta dal verbale del consiglio comunale del 26 marzo 1884 depositato nell’archivio storico.
Del percorso a valle di questo serbatoio rimangono ancora due torrette chiamate “sfiatatoi”: il primo nel terreno incolto tra l’attuale casello autostradale e la nuova caserma della Polizia, il secondo all’interno del giardino di Villa Silvia.
Destinazione finale e scenografica di questo chilometrico percorso era la fontana davanti al palazzo del Duca, l’allora Francesco Maria II della Rovere che realizzò l’opera finanziandola con una tassa sul grano e sulla carne.
Ci auguriamo che a questo “piccolo” rinvenimento, testimonianza dell’ingegno e del sacrificio dei nostri progenitori senigalliesi, dopo oltre 400 anni di storia, sia data la giusta importanza.

sabato 5 giugno 2010

Il battesimo della CAM-GAT

Oltre alla preparazione delle ultime uscite in grotta ed in miniera, il GSS sta ancora portando avanti il progetto di realizzazione di un documentario sull'area carsica "Gola della Rossa".
Proprio in questo ambito è stato ideato, sviluppato e realizzato un sistema di video-ripresa sospeso che verrà portare in grotta per filmare alcuni ambienti come mai è stato fatto prima.
Già il nome ed il logo dell'attrezzatura fanno molta scena...
...ma quello che più ci ha colpito è il perfetto funzionamento durante il "viaggio" di prova a Fondarca.
Il sistema va ancora messo a punto, ma alla fine le idee ed il lavoro di Chicco, Roberto, Luca e Mauro stanno dando i primi incoraggianti risultati.
Speriamo di riuscire a fare al più presto il rodaggio in grotta!

domenica 16 maggio 2010

Le Cave di Valdorbia - M.te Motette

Lo premetto immediatamente: questi ambienti non sono paragonabili a quelli straordinari della Miniera abbandonata, però con la giusta prospettiva ed una buona illuminazione anche in queste vecchie cave si possono apprezzare alcuni scorci.
Stiamo parlando delle cave sotterranee di Valdorbia: i numerosi accessi si aprono proprio in prossimità dello stabilimento Motette.
Il materiale marnoso che veniva estratto serviva per il confezionamento del calcestruzzo: il filone è ancora facilmente identificabile in uno strato spesso pochi metri che ha un andamento inclinato regolare.
Tutte le cave si presentano quindi come lunghi corridoi rettilinei con il tetto inclinato. Ogni tanto una discenderia, a mo di incrocio multipiano, permette di raccordare due livelli attigui.
In questi ambienti è fondamentale ricordarsi che i vuoti non sono stati creati dalla natura in migliaia di anni, ma sono stai scavati dalla mano dell'uomo in un periodo relativamente breve, pertanto risultano instabili e pericolanti. Lungo tutte le gallerie di Valdorbia, infatti, si notano segni di crolli più o meno recenti ed i puntelli in legno messi in passato per rinforzare le strutture oggi non hanno per niente un aspetto rassicurante.
Un'ultima annotazione: la zona di Valdorbia è famosa per i suoi affioramenti geologici ed è assai facile trovare anche delle ammonniti.
PRESTARE LA MASSIMA ATTENZIONE DURANTE LE VISITE E SOPRATTUTTO NON APPOGGIARSI AI VECCHI SOSTEGNI!

lunedì 22 febbraio 2010

Il mistero delle segrete di Ostra

Vengo contattato dal responsabile della Pro Loco di Ostra: c'è un sotterraneo allagato proprio nei locali sottostanti quelli della loro associazione, dal quale provengono strani suoni e rumori che a volte assomigliano a gemiti altre a rumori secchi come schiocchi di frusta o vetri che si infrangono. I Cavebusters rispondono e il Giovedì siamo a Ostra. I nostri ospiti ci accolgono sbigottiti... perchè abbiamo sbagliato giorno, l'appuntamento era fissato per il giorno successivo. Niente panico, gli sfaccendati abituè del locale si dicono comunque entusiasti di intraprendere una esplorazione piena di insidie con gli impavidi e attrezzatissimi Cavebusters (jeans e casco, addirittura uno dotato di vetusto impianto ad acetilene, una rarità da un passato ingombrante e imbarazzante ma che fa sempre la sua porca figura dopo tutto). Il tipo ci conduce all'ingresso, subito un odore di stantio e ammuffito ci avvolge, dopodichè un leggero retrogusto di insaccato ha decisamente la meglio, " effettivamente qui ci organizziamo le sedute mangerecce dell'associazione" ci conferma il non più giovanissimo presidente di fresca nomina, come ci tiene a sottolineare. Ma procediamo. Uno scivolo discretamente ampio di qualche metro, con gradini appena accennati ci dovrebbe condurre al locale. Frontali in testa lo percorriamo speditamente incuranti dei possibili tiri Mancini che gli spititelli del luogo più o meno porcelli potrebbero giocarci, quando ad un tratto ecco materializzarsi dal nulla dell'acqua sotto i nostri piedi, Chicco ce l'ha ormai alle caviglie e terrorizzato dall'evento retrocede a grandi passi. ma forse l'acqua c'è sempre stata. Nella cantina dal soffitto a volte di fronte all'ingresso una scitta esoterica ci accoglie, o forse è solo il logo dell'antica fabbrica di mattoni. Con le luci di profondità indaghiamo il corridoio centrale che appare di una profondità incommensurabile (sopratutto se le batterie dellaTikka sono scariche), tanto che non se ne vede la fine, posta una ventine di metri più avanti. L'acqua ristagna sul fondo, nel mezzo più alta ai lati lambisce appena il pavimento. Una quantità di concrezionamenti attira la nostra attenzione, un capello d'angelo di circa un metro, alcune velette dai colori oro e rossastri, ma la sorpresa più gradita sono le vaschette con pisoliti, piccole ma perfette. Immediatamente scatta la razzia, subito seguita dal rimorso e dal rimprovero vicendevole, poi di nuovo bagarre sulle madreperle carbonatiche. Una voce sinistra e martellante risuona nelle nostre teste: "tessssorooo". Intanto le più bizzare ipotesi si fanno strada sulla presenza di questa acqua nelle cantine di un pese posto sul colmo di una collina. non trovando spiegazioni fisico geologiche plausibili, il discorso devia sulle forze magiche del soprannaturale che è solito manifestarsi in tali ambienti, infatti dopo un lungo raziocinio viene avvallata senza dubbio la perdita dello sciaquone del bagno della famiglia soprastante...
Never stop enjoing!!

Esplorazione a Sala Villa

Sabato 30 Gennaio: l'idea è di disarmare i salti che conducono a Sala Villa, complesso del fiume, ma il Lello ci avverte di una sua esplorazione in corso da quelle parti, chiedendoci di rinviare l'operazione e invitandoci. Ci sono alcuni vecchi e novizi di Castello, sembra una rimpatriata di vecchie glorie. Un paio di manzi per far passare le chiappone dei corpulenti (praticamente tutti eccetto Silvia) e si passa. Subito esploriamo e rileviamo circa 80Kilometri di gallerie nuove... questa è l'immaginazione del Lello che corre, la realtà invece è questa: al di là una pozza di falda, va Luca con muta stagna poi alla meno peggio con teleferica volante qualcun'altro ma dopo alcune decine di metri sifona. Si verificano altri passaggi e un camino. Scarse speranze di prosecuzione, ottime invece le speranze di farci una bella pizza in compagnia.

sabato 13 febbraio 2010

Carnevale speleo 2010

Dopo il trionfo della passata edizione, anche quest'anno il Gruppo Speleologico Senigalliese si cimenta nella grande cena di Carnevale in maschera, a tema ovviamente speleologico...

La sfilata anche stavolta è più che gustosa, con variopinte maschere fai-da-te ispirate a nomi di grotta o di elementi/sale/rami delle stesse.
In ordine rigorosamente alfabetico:
Alessandro - Speleologo incordato
Barbara - Anello dei Rover (Buco Cattivo)
Cristian - Grotta della Beata Vergine
Donatella - Geotritone
Lorena ed Emanuele - Traversata Mezzogiorno-Beata Vergine
Luca e Marusca - Grotta di Caprelle
Massimo - Buco Cattivo
Maurizio - Buco del Colonnello
Mauro - Pozzo delle Ruspe (Buco Cattivo)
Pippo e Veronica - rami secchi
Roberto - Buiometro
Simona - Ramo della Gaggia(Buco Cattivo)
Valentina - Ramo Messico (Grotta del Fiume)
Yulia - Cometa Rossa (Buco Bucone)
Eccezionali come sempre!

Alla vincitrice della sfida di quest'anno, Simona la "Gaggia", va come al solito la cena gratis, per gli altri... appuntamento all'anno prossimo!

venerdì 1 gennaio 2010

Buon 2010

Auguri a tutti per un 2010 pieno di nuove emozionanti avventure